PROSEGUE L’ATTUAZIONE DEL PIANO REGIONALE DI SVILUPPO RURALE

In attesa che la Regione approvi la proposta di Strategia di Sviluppo Locale per l’Appennino Modenese e reggiano 2014-2020 e il GAL possa predisporre il Piano operativo per dare avvio alla sua attuazione, è lieto di informare gli imprenditori agricoli dell’Appennino delle nuove opportunità di aiuto per lo sviluppo delle proprie aziende e per la tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Attraverso otto nuovi bandi la Regione impegna oltre 115 milioni di euro, indirizzate al biologico, alla produzione integrata, alla gestione di zone umide, dei boschetti e dei corridoi ecologici, alla salvaguarda del paesaggio agrario, al sequestro di carbonio nei suoli e alla difesa. Tutto ciò in attuazione di due “misure” del PSR: Misura 10  – “Pagamenti agro-climatico-ambientali” e Misura 11  – “Agricoltura biologica”. Le domande potranno essere presentate dal 30 novembre al 29 gennaio 2016.

 I bandi previsti che interessano gli agricoltori di montagna sono i seguenti:

  • Agricoltura integrata:  41,6 milioni per ridurre la “chimica in agricoltura” Meno fitofarmaci, più spazio a pratiche agronomiche  che “fanno bene” all’ambiente e alla salute dei consumatori. Per sostenere la produzione integrata vengano stanziati 41,6 milioni di euro e prevede  aiuti  sia per chi  già pratica  l’agricoltura integrata sia per chi intende avviarla. L’aiuto ha la forma di un premio ad ettaro: va da un minimo di 90 euro per le foraggere a un massimo di 530 per le frutticole per la prima introduzione e rispettivamente da 60 a 370 per il mantenimento.
  • Agricoltura biologica: 36 milioni di euro. Per chi già pratica il bio il premio ad Ha va da un minimo  di 90 euro per i seminativi a un massimo di 668 ero per le colture frutticole. Per chi intende avviare per la prima volta l’agricoltura biologica  il premio è compreso tra i 126 euro (per le foraggere) e i 742 (per le frutticole). Gli interventi includono anche la zootecnia. Inoltre il biologico avrà una priorità trasversale in tutte le altre misure del Psr.
  • Biodiversità animale: 8,6 milioni per le razze autoctone. Recuperare le razze antiche, a rischio di declino,  è  una priorità  non solo culturale ma anche economica. Gli agricoltori che scelgono di allevare razze autoctone come, ad esempio, la razza Romagnola e la Reggiana tra i bovini, il Cavallo italiano tiro pesante tra gli equini, la Pecora Cornigliese tra gli ovini o la Mora Romagnola tra i suini. Viene concesso un premio di 200 euro per capo.
  • Ritiro dei seminativi: 8,4 milioni . Gli agricoltori che si impegnano, per venti anni, a ritirare dalla produzione le colture seminative, ad esempio per realizzare prati umidi e macchie arbustive, utile a promuovere la biodiversità è previsto a riconoscimento dei maggiori costi un aiuto per ettaro di 500 euro in collina e montagna e di 700 in pianura.
  • Per i prati “storici”: 7,8 milioni . I prati, se opportunamente gestiti, svolgono un’importante funzione ambientale,  di salvaguardia della biodiversità  animale e vegetale, in particolare i cosiddetti prati storici. Per gli agricoltori che si impegnano a mantenere aree a praticoltura estensiva nel rispetto di determinate pratiche agronomiche (assenza uso di concimi, fitofarmaci, digestati) è concesso un aiuto di 150 euro a  ettaro
  • Corridoi ecologici  e paesaggio agrario: 4,6 milioni. Al fine di salvaguardare nella propria azienda gli elementi tipici del paesaggio agrario, quali piante, filari di alberi, siepi, boschetti, maceri, risorgive, laghetti, agli agricoltori che  si impegnano a preservarli per un periodo di 10 anni è concesso un aiuto pari a 0,07 euro per metro quadro in pianura e nei siti individuati dalla rete europea Natura 2000.
  • Più sostanza organica nei suoli: 5 milioni di euro. Al fine di incentivare le operazioni agronomiche che permettano di incrementare la sostanza organica nei suoli più impoveriti, migliorandone le caratteristiche chimico-fisiche e, in tal modo, contrastare fenomeni erosivi e di dissesto vengono concessi aiuti di 180 euro all’anno per ettaro.
  • All’agricoltura che “sequestra” il carbonio: 3 milioni. Significa promuovere l’agricoltura conservativa, che si differenzia da quella tradizionale perché riduce la lavorazione dei terreni, prevenendo l’erosione del suolo, limitando la dispersione della CO2 in atmosfera al fine di contrastare i cambiamenti climatici. A questo fine viene concesso agli agricoltori un aiuto, da un minimo di 250 a 280 euro per ettaro.
  • Per i prodotti Bio, Dop, Igp e Qc. Per compensare parte delle spese di certificazione dei prodotti biologici,  del marchio Qc (che riconosce le produzioni a lotta integrata), delle Dop e Igp vengono erogati un aiuto nel limite massimo di 3mila euro per azienda agricola. L’intervento è rivolto alle aziende che partecipano per la prima volta ad un regime di qualità, con priorità per gli imprenditori agricoli che operano in zona svantaggiata di montagna. Sono ammesse all’aiuto le spese sostenute per la prima iscrizione,  i controlli e le analisi previste dal disciplinare di produzione.

Invitiamo gli agricoltori che desiderano avere altre informazioni o presentare la “Domanda di Sostegno” a rivolgersi alla propria Associazione di categoria.